giovedì 29 novembre 2012
mercoledì 28 novembre 2012
Interventi in consiglio comunale del 26 Novembre 2012.
Consiglio comunale del 26 Novembre 2012 - Guarda il video - Delibera. Modifica della riorganizzazione rete istituzioni scolastiche ai sensi dell’art. 19, comma 4, Legge 111/2011 approvata con deliberazione del Consiglio comunale n. 50/2011. Dibattito e dichiarazione di voto.
COME FINIREMO?
Circolano molte sciocchezze su una imminente fine del mondo il 21 dicembre 2012, ma gli scienziati, come Telmo Pievani, ci dicono che i motivi di preoccupazione sono altri. Per esempio le azioni dell'uomo che il pianeta lo stanno distruggendo lentamente.
Per esempio questa
Ricevo e volentieri pubblico
Novi di Modena – 27/11/2012 Procedura di VIA del progetto autostradale Cispadana
Mi permetto di porre alla vostra attenzione quanto sta succedendo nell’ambito della procedura di V.I.A. nazionale del progetto autostradale. Ho avuto notizia da fonte attendibile di forti pressioni da parte del Presidente Errani nei confronti della commissione incaricata di valutare il progetto presentato, per ridurre i tempi di approvazione della V.I.A. nazionale adducendo alla urgenza dell’opera come sinergica alla ricostruzione post terremoto. E’ facilmente intuibile invece che questi tempi siano pensati solo per avere un qualcosa in mano da presentare alle prossime elezioni nazionali, e sicuramente con un occhio alle regionali del 2015 (non sono da escludere altre forme di accordi capestro nel contratto con ARC), nei territori interessati dall’autostrada e dal sisma del maggio scorso, per avere il tempo di organizzare la Conferenza dei Servizi definitiva, per potere presentare il progetto esecutivo (certamente già predisposto) e andare alla cantierizzazione nel secondo semestre del 2013 come più volte sbandierato. Tutto questo, al di là dell’opinione che uno abbia sulla cispadana stradale o autostradale, è l’indubbio disprezzo delle regole democratiche e di partecipazione che tanto vengono decantate in questi giorni a proposito delle primarie.
La richiesta di accelerazione dei tempi di approvazione è la negazione evidente a qualsiasipossibilità di reale partecipazione dei soggetti interessati, non solo dei privati cittadini o delleassociazioni, ma anche delle amministrazioni locali toccate dal progetto.
Fino ad ora ho sempre espresso le mie opinioni sulla tematica tenendo, con orgoglio, un atteggiamento di rispetto per le cariche istituzionali ricoperte da coloro che sostengono questa opera, ma credo che ora sia giunto il momento di esprimere tutto il mio più profondo disgusto nel vedere come, in momenti quali stiamo attraversando, non ci sia il pur minimo ritegno da parte di personaggi che mi sento di indicare come appartenenti ad una politica oramai superata dai fatti stessi che ci si presentano quotidianamente e che indicano l’esigenza di pensare ad un futuro veramente sostenibile. Sotto il punto di vista economico, sociale ed ambientale. Questi personaggi, che si riempiono continuamente la bocca conaffer mazioni tipo “green economy” ed altro ma che di fatto sono rimasti fermi agli anni sessanta, ritengo non siano altro che una banda di cialtroni capaci solo di concepire l’azione politica, nell’ambito economico e trasportistico, come strumento per il consenso elettorale nel breve periodo di legislatura e la Cispadana ne è l’esempio più lampante. Non hanno la capacità culturale di concepire una azione di lungo respiro e per questo sono un grave pericolo per tutti noi ed in particolare per le generazioni future.L’avere ascoltato alcuni di questi il 12 novembre scorso a Ferrara, in un convegno tematico dove solo i favorevoli all’opera hanno potuto intervenire, mi ha definitivamente convinto di non potere più avere fiducia in una classe dirigente (e “classe dirigente” è un eufemismo) che usa il consenso carpito con l’inganno, perché questo è quanto successo in questi anni attorno alla Cispadana, e che per questo spero venga spazzata via il prima possibile per evitare che facciano altri danni. E mi chiedo anche come il Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna ed i vari Amministratori locali non abbiano un moto di vergogna per loro stessi che permettono ancora questo agire. Forse qualcuno dei sostenitori del progetto già se la ride pensando di avere ottenuto il risultato prefissatosi senza capire che invece ha definitivamente affossato, assieme ad un futuro sostenibile, anche la speranza di una politica orgogliosa del proprio ruolo. Con quanto fin qui espresso ritengo di interpretare anche lo stato d’animo dei componenti del Coordinamento che ho l’onore di rappresentare e che in questi anni hanno dato tanto del proprio tempo e delle proprie energie nella speranza che il portare conoscenza sulla tematica potesse anche fare riflettere chi questa tematica ha ridotto a puro strumento di potere.
Termino dicendo che sono profondamente sconvolto da questi avvenimenti ma che sono anche consapevole che il mio stato d’animo sia difficilmente comprensibile da parte di chi la passione politica l’ha smarrita da tempo.
Silvano Tagliavini domenica 25 novembre 2012
Giornata internazionale contro la violenza alle donne
Oggi si celebra la giornata
internazionale contro la violenza alle donne. Condivido questo poster che parla
da solo e leggo sul web: 129 donne uccise per motivi di genere nel corso
del 2011, 105 solo nei primi 9 mesi del 2012, migliaia quelle seguite dai
centri antiviolenza dal 1 gennaio al 31 ottobre 2012.
In questi giorni poi leggo anche questa notizia: “Scontro aperto tra due donne-leader sulle
quote rosa in Europa. La commissario europea alla Giustizia, la lussemburghese
Viviane Reding, ha presentato una proposta di legge che il Parlamento europeo
dovrà votare per poi passare la scelta ai governi nazionali, e che chiede che
nelle circa cinquemila aziende quotate in Borsa nell'Unione europea si imponga
una quota rosa ai livelli dirigenziali, assegnando a donne il 40 per cento
delle poltrone nei consigli di sorveglianza. La proposta ha suscitato l'immediato,
deciso, no della cancelliera Merkel. Secondo la quale la questione delle pari
opportunità va risolta a livello delle sovranità nazionali e non decisa a
livello di autorità dell'Unione europea.”
Possiamo farcela? Io dico che ancora non ci
siamo. Quando sento parlare di pari opportunità o di quote rosa, ovvero quote minime di
presenza femminile all'interno degli organi politici istituzionali elettivi e
non, mi viene la nausea.
Siamo ancora fermi qua: anche in Italia dobbiamo ancora difenderci dentro
alle mura domestiche ed abbiamo ancora bisogno di strumenti legislativi per
fissare le quote minime di presenza femminile. Preferirei che queste cose fossero ricordate gli altri 364 giorni dell’anno.
Aggiungo:
SE TI SERVE AIUTO CHIAMA IL 1522 DELLA RETE NAZIONALE ANTIVIOLENZA CHE FUNZIONA
24 ORE SU 24.
venerdì 23 novembre 2012
Il mio intervento a Domenica In - L'Arena
Andate a questo link per vedere il mio intervento alla trasmissione di RaiUno "Domenica in - L'Arena" di domenica 18 Novembre 2012. (Sono presente dal minuto 48 in poi).
martedì 13 novembre 2012
La sintesi del mio intervento in consiglio sul PSC del 12/11
Le linee di indirizzo del Psc ,
denotano una certa fretta nel predeterminare una situazione, sono piu’ che
altro una dichiarazione d’intenti che un
programma, un po l’indice di un libro senza i contenuti importanti. Infatti mi aspettavo
almeno un disegno di massima con l’assetto della città futura. Per cercare di
capire.
Nelle sue linee generali
introduttive della relazione è condivisibile se non fosse poi contraddittoria
in diversi passaggi successivi: si dice di non usare piu’ suolo agricolo da una
parte, invece di limitarlo dall’altra. Si parla di rigenerazione, di
trasformazione urbana ,di città brillante poi di smart city ma non di consumo
zero di suolo. Quindi niente di certo. Si mette in relazione il consumo di
suolo con azioni virtuose come l’efficienza energetica e l’edilizia sociale e i
Peep. E su questo paragrafo si inserisce anche il discorso sulle Aree F, per le
quali pare si voglia comunque procedere. Ho chiesto e mi auguro che l’Assessore
Giacobazzi voglia meglio considerare la
loro trasformazione specie nelle zone dove sono presenti pozzi di alimentazione
dell’acquedotto della città. Comunque mi auguro che tutti questi interventi
vengano ridimensionati visto il perdurare della crisi economica, in conseguenza
della quale non c’è tutta quella richiesta di nuove abitazioni che si racconta.
Mancano poi nel programma
obiettivi certi sulla mobilità urbana, visto che tutti riconosciamo l’importanza
di dover ridurre l’utilizzo delle auto per l’inquinamento esistente in Pianura Padana e in città, ad esempio nei prossimi 10
anni il 30% di ciclabili, 30% di pedonabilità e 25% di trasporto pubblico
locale. Per contro sono invece citate le realizzazioni della Bretella Campogalliano
Sassuolo e dell’Autostrada Cispadana, che non percorre nemmeno il terrotoriodel
Comune di Modena. Opere che assolutamente non condivido, progetti vecchi di 30-40
anni e ormai superati, altamente impattanti e distruttivi del Fiume Secchia l’uno
(nel suo percorso Modena –Sassuolo) e del territorio l’altro. Da superare
ambedue con l’efficientamento della rete stradale esistente e con il
potenziamento del trasporto su ferrovia.
Sul tema della tutela del
paesaggio e della riduzione del consumo di suolo ho presentato lo scorso
settembre una mozione per chiedere il censimento degli immobili e delle aree
dismessi, abbandonati inutilizzati e degradati. Dal quale non si puo’ prescindere
e si deve quindi partire per fare una discussione seria. L’ulteriore consumo di
suolo è giustificabile solo quando sono già state scartate tutte le alternative
possibili ed è assolutamente necessario. Nell'ordine del giorno si chiede anche
l'adesione al Forum Nazionale Salviamo il paesaggio che si prefigge la
riduzione del consumo di suolo per arrestare quella tendenza dei 50 anni
passati in cui il tessuto urbanizzato in Italia è cresciuto in modo
esponenziale ed è anche causa dei dissesti .
Le linee di indirizzo del PSC di
oggi, se approvate cosi come sono, costituiscono la firma di un assegno in
bianco alla Giunta comunale. Quindi invoco, per i prossimi mesi e prima dell’adozione
del piano, l’effettiva partecipazione
dei cittadini singoli ed associati mettendo nel piatto dati, programmi, disegni
reali sui quali costruire insieme il
futuro della città.
Qui guarda l'estratto del video del consiglio del 12/11 (Dibattito su Delibera. Servizio di custodia e pulizia dei servizi igienici pubblici. Art. 20 Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, D.Lgs. 163/2006. Linee di indirizzo - Proposta di Documento di indirizzi del nuovo Piano Strutturale Comunale.)
Qui guarda l'estratto del video del consiglio del 12/11 (Dibattito su Delibera. Servizio di custodia e pulizia dei servizi igienici pubblici. Art. 20 Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, D.Lgs. 163/2006. Linee di indirizzo - Proposta di Documento di indirizzi del nuovo Piano Strutturale Comunale.)
lunedì 12 novembre 2012
Meno rifiuti più benessere in 10 mosse
Il 5 novembre scorso ho presentato in consiglio comunale anche questa mozione per aderire alle dieci mosse per diminuire i rifiuti. Questo per ricordare anche la settimana europea per la riduzione dei rifiuti a fine novembre. Mi sembrava un buon proposito. L'atto è stato bocciato dalla maggioranza, con la motivazione che non avevano avuto il tempo di valutarlo prima. Strumentale e incomprensibile. Non c'è niente di complesso. Sono buone proposte per iniziare a far qualcosa di concreto sulla diminuzione dei rifiuti. L'obiettivo principale della legislazione comunitaria e nazionale. Senza questo non andiamo da nessuna parte.
Sostenete anche voi la petizione: Meno rifiuti più benessere in 10 mosse.
10 AZIONI PER L'INDUSTRIA UTILIZZATRICE DI PACKAGING E LA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA DA METTERE IN PRATICA SENZA INDUGI E PROMUOVERE CON UN'APPROPRIATA COMUNICAZIONE
1) Sostituire tutti gli imballaggi non riciclabili,
che impediscono un riciclo efficiente o che compromettono la qualità
del riciclo con imballaggi riciclabili andando verso l'impiego di
monomateriali (o imballaggi di più materiali, tra di loro facilmente
separabili e per i quali esista una filiera del riciclo). Inoltre
nell'impiego di materiali teoricamente riciclabili o compostabili come
ad esempio il PLA (o acido Poli-lattico) va verificato se la filiera di
raccolta esistente al momento sul territorio nazionale è in grado di
gestire il materiale senza disfunzioni e se lo stesso può essere
effettivamente compostato o riciclato con metodologie meccaniche o
chimiche. Stessi accorgimenti sono applicabili dal mondo della grande
distribuzione organizzata (GDO) per il packaging dei prodotti a marca
propria e nei confezionamenti dei prodotti alimentari che avvengono nei
punti vendita.
2) Ridurre il peso degli
imballaggi con l'eliminazione dei doppi imballaggi e componenti
accessori all'imballaggio superflui e la messa in commercio di prodotti
iperconcentrati o allo stato solido. Tra i doppi imballaggi (o
packaging secondario) di cui si può fare a meno ci sono le confezioni di
cartoncino che contengono dentifrici o altri prodotti di detergenza per
il corpo e gli involucri impiegati per avvolgere le due confezioni di
caffè macinato utilizzati da molte marche note, sostituibili con una
grafica dell'imballaggio primario che evidenzi l'impossibilità di un
acquisto separato delle 2 unità. Alcuni componenti accessori
dell'imballaggio, oltre a complicare conferimento e riciclaggio quando
non separabili, costituiscono uno spreco evitabile come ad esempio
tappi e fascette per richiudere le confezioni ma anche i manici dei
flaconi. Si può tranquillamente tornare a fare a meno dei tappi a vite o
a linguetta applicati a contenitori in tetrapack soprattutto quando
termosaldati e difficilmente separabili. Esistono in commercio soluzioni
riutilizzabili che possono assolvere alle stesse funzioni garantite
dalle parti accessorie (come clip e mollette per richiudere le
confezioni al posto delle fascette). Ripensare le formulazioni dei
prodotti in particolare nel settore della detergenza dove il principale
ingrediente è l'acqua e mettere a disposizione prodotti iperconcentrati o
in forma solida si possono evitare tonnellate di plastica, ridurre i
viaggi dei camion e le emissioni di Co2 complessive dovute alla
produzione, distribuzione e riciclo del packaging.
3) Sostituire o eliminare
negli imballaggi quelle componenti che ne impediscono o complicano il
riciclaggio come le etichette sleeves e l'uso di additivi, coloranti e
composti esterni. Le etichette sleeves che rivestono tutto
il contenitore creano enormi problemi quando sono di diverso materiale
plastico rispetto al contenitore che rivestono. Per motivi tecnici ed
economici vengono scelte in PVC in molti casi e applicate su contenitori
in PET. Questa pratica compromette il riciclaggio sin dalle prime fasi
di selezione. A causa della sleeve in PVC il contenitore in PET non
viene riconosciuto dai lettori ottici degli impianti di selezione
automatica e viene scartato finendo in discarica o negli inceneritori
visto anche l'insostenibilità economica della selezione e rimozione
manuale dell'etichetta. Se le bottiglie di plastica delle bevande
fossero tutte di PET trasparente la riciclabilità sarebbe ottimale
(evitando selezioni per colore e massimizzando il valore del materiale
riciclato) ed è per questo motivo che in Giappone è consentito produrre
solo bottiglie trasparenti.
4) Ottimizzare l'impiego dei materiali e del design dei contenitori ai fini di un riciclo efficiente. Una nota marca ha lanciato una nuova confezione basica senza manico e in PET per un suo detersivo comunicando i motivi della scelta. Una riduzione dell'eterogeneità delle plastiche con l'utilizzo di polimeri più pregiati ai fini del riciclo è stata perseguita recentemente da aziende leader della GDO in Canada dove per il confezionamento in house verranno usati contenitori e vaschette termoformate in PET invece che in PVC . Questa decisione ha non solamente sottratto il pvc alle discariche e soprattutto dagli inceneritori (il pvc è il precursore delle famigerate diossine) ma sta condizionando anche le decisioni sul packaging che le aziende di marca stanno prendendo.
4) Ottimizzare l'impiego dei materiali e del design dei contenitori ai fini di un riciclo efficiente. Una nota marca ha lanciato una nuova confezione basica senza manico e in PET per un suo detersivo comunicando i motivi della scelta. Una riduzione dell'eterogeneità delle plastiche con l'utilizzo di polimeri più pregiati ai fini del riciclo è stata perseguita recentemente da aziende leader della GDO in Canada dove per il confezionamento in house verranno usati contenitori e vaschette termoformate in PET invece che in PVC . Questa decisione ha non solamente sottratto il pvc alle discariche e soprattutto dagli inceneritori (il pvc è il precursore delle famigerate diossine) ma sta condizionando anche le decisioni sul packaging che le aziende di marca stanno prendendo.
5)Promuovere l’uso di contenitori a rendere (anche in plastica infrangibile)
6)Utilizzare ove possibile materiale riciclato per realizzare il packaging al posto di materia vergine.
7) Adottare un sistema di marcatura/etichettatura degli imballaggi
che possa comunicare in modo chiaro e trasparente al consumatore il
grado di riciclabilità dell’imballaggio stesso. Sulla base di questo
grado di riciclabilità potrebbe essere fissato il livello di contributo
ambientale che tale imballaggio deve pagare al sistema di raccolta.
8) Nei punti vendita della GDO:
favorire la nascita di circuiti specifici a “filiera breve”
raccolta-riciclo-riprodotto, anche con sistemi a cauzione come avviene ad esempio in molte catene GDO centro europee.
9) Nei punti vendita della GDO: eliminare l'imballaggio eccessivo e ridurre il consumo di sacchetti monouso per l'ortofrutta.
Per quanto riguarda alcuni prodotti alimentari confezionati in loco (ad
es i formaggi) è possibile ridurre l'imballaggio alla sola pellicola
eliminando i vassoi in polistirolo. Nel settore ortofrutta si può
ridurre il consumo di sacchetti monouso mettendo a disposizione dei
clienti una soluzione riutilizzabile come i retini in cotone o
poliestere proposti dalla campagna Porta la Sporta con l'iniziativa
Mettila in rete.
10) Nei punti vendita della
GDO: favorire un cambio di abitudini che spinga i cittadini consumatori
al riutilizzo di contenitori portati da casa e all'adozione di prodotti
con parti intercambiabili adatti all'uso multiplo in quanto
unica strategia possibile ed efficace per ridurre il consumo usa e
getta. Per quanto riguarda i prodotti acquistabili sfusi con contenitori
riutilizzabili del settore detersivi e detergenti per la casa e la
persona è stato rilevato da negozi specializzati in prodotti sfusi che,
quanto più ampio è l'assortimento a disposizione dei clienti, tanto
maggiore diventa lo smercio con questa modalità. La GDO può guidare le
scelte dei consumatori dalle versioni usa e getta a versioni adatte
all'uso multiplo mettendo a disposizione e valorizzando queste ultime.
Partendo da un oggetto usato quotidianamente come lo spazzolino da denti
va notato che l'offerta di modelli con testine intercambiabili è quasi
inesistente o poco visibile. Solamente la Coop ha in assortimento un
modello di spazzolino con testine intercambiabili a marca propria
(realizzato in Italia) in tutti i punti vendita. Tutti i modelli di
spazzolini presenti in assortimento sugli scaffali delle maggiori
insegne della GDO sono spazzolini monouso che per lo più arrivano dalla
Cina, tranne un unico modello che non è però capillarmente diffuso nei
punti vendita.
sabato 10 novembre 2012
No al potenziamento dell'inceneritore? "Abbiamo ragionato su dati previsionali sbagliati" dice l'Assessore Sitta. Esatto
Quello
che dice è così vecchio e superato che può essere solo una provocazione. E’ un
disco che da almeno dieci anni ci sentiamo dire ogni volta che nominiamo l’inceneritore
e le alternative. Mi preoccupa, piu’ del
suo personale parere, chi può stare dietro o di fianco alle sue parole.
Questa
politica e queste persone non rappresentano piu’ gran parte della comunità
modenese.
Da
quasi trent’anni a Modena abbiamo i cassonetti della raccolta differenziata
sulla strada e li bruciamo. Non siamo stati capaci di evolverci e ormai stiamo
rasentando i paesi in via di sviluppo.
Nessuno
ha mai parlato, nel proporre alternative all’utilizzo dell’inceneritore, di
riaprire le discariche. Proprio nessuno. La soluzione non è questa. Chi dice
questo, non ha mai letto le direttive europee e le leggi nazionali e neppure l’ultima
proposta di legge sulla diminuzione dei rifiuti, riuso e riciclo.
La proposta di legge popolare citata,
dopo essere stata proposta dalle maggiori associazioni ambientaliste della
regione, votata nell’ultimo anno, da decine di Consigli Comunali e Provinciali,
in rappresentanza di oltre 1.250.000 abitanti in Emilia Romagna, è stata giudicata
ammissibile dalla Consulta di Garanzia Statutaria e sarà a breve pubblicata sul
bollettino della Regione Emilia-Romagna e passerà quindi all’esame dei
Consiglieri Regionali.
La proposta di legge comprende
disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti urbani,
del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare con
tariffa puntuale e dell’impiantistica funzionale al riuso e al riciclaggio.
Rivede le competenze dei Comuni per le operazioni di gestione del servizio di
igiene urbana privo di rilevanza economica, prevedendo di appaltare a soggetti
differenti i due servizi di raccolta e smaltimento. Regola il ristoro
ambientale collegato all’impiantistica di smaltimento per premiare i comuni che
ottengono migliori risultati nel riciclo, definisce una disciplina sulla
gestione e smaltimento dei rifiuti conforme agli esiti referendari del 12-13
giugno 2011.
Gli
obiettivi sono coerenti con le priorità da sempre indicate da tutti gli
strumenti di regolazione e pianificazione ambientale, che prevedono:
1) Riduzione
dei rifiuti
2) Riuso
dei beni che possono ancora avere una vita utile
3) Riciclare
il più possibile la materia
4) Rendere
residua la parte di rifiuto destinata allo smaltimento
La
proposta di legge vuole raggiungere questi obiettivi spostando risorse dallo
smaltimento verso la riduzione, il riuso, il riciclo, tramite meccanismi
incentivati per:
• Promuovere azioni di riduzione
• Sostenere il passaggio alla raccolta porta
a porta
• Introdurre la tariffa puntuale
• Favorire la filiera del riuso e del
riciclo
• Restituire poteri di scelta e governo ai
Comuni
• Finalizzare il gettito della tassa sullo
smaltimento e il ristoro ambientale ad obiettivi precisi
• Premiare i Comuni che raggiungono
risultati concreti
Si
supera quindi la discarica e l’inceneritore, per puntare all’obiettivo di
riduzione, riuso e riciclo dei rifiuti.
L’obiettivo
per il 2020 fissato dalla UE è l’effettivo riciclaggio del 50% e il recupero di
materia del 70% (a parte il recupero energetico).
L’incenerimento,
anche con presenza di meccanismi di recupero energetico, viene dalla UE
definito come una operazione di smaltimento, a meno che non si superi il 65% di
recupero energetico. Cosa possibile solo, e non sempre, negli impianti dotati
anche di teleriscaldamento.
Teleriscaldamento
che, se realizzato, oltre ad avere un costo elevato, risulta poi dipendente dai
rifiuti da bruciare e ne richiederebbe sempre anche qualora fossero insufficienti,
quindi costringerebbe la nostra comunita’ a importare rifiuti da altri
territori per alimentare detto impianto.
Quanto
al risvolto salute, nella lettera di Sitta, e’ talmente banalizzato da far
spavento. Proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle parole del suo
rappresentante a Bologna il 2 dicembre 2011, alla presentazione dei dati
definitivi dello studio Moniter “Gli effetti degli inceneritori sull'ambiente e
la salute in Emilia Romagna”, raccomandava
comunque il principio di precauzione, cosi come l’Ordine regionale dei medici.
Dall'intervento
della dott.ssa Silvia Candela, incaricata dello studio, lo stesso giorno, emergono
dati assai poco rassicuranti e certamente diversi da zero. Per quanto riguarda
i dati a breve termine sulla riproduzione si osservano aborti spontanei, parti
prematuri ed anche malformazioni. Per cio' che riguarda gli esiti a lungo
termine sulla popolazione residente si osserva invece probabili trend positivi
sugli uomini per incidenza sui tumori al pancreas e al fegato. Sulle donne
invece si osservano trend positivi per incidenza su cancro al colon, al corpo
dell'utero e linfomi non Hodgkin proprio nelle aree esposte dell'inceneritore
di Modena. Evidenze ribadite anche dal Prof. Benedetto Terracini, presidente
del Comitato scientifico di Moniter.
Spero
che la buona politica ne tenga conto.
Link utili:
http://www.modenasaluteambiente.org/
Qui sotto gli articoli pubblicati il giorno 11 Novembre su PrimaPagina e sulla Gazzetta di Modena.
Qui sotto gli articoli pubblicati il giorno 11 Novembre su PrimaPagina e sulla Gazzetta di Modena.
giovedì 8 novembre 2012
Interventi in consiglio comunale del 5 novembre 2012.
Consiglio comunale del 5 Novembre 2012 - Guarda il video - Dibattito su proposta di deliberazione: Linee di indirizzo per l’affidamento del servizio di trasporto disabili alle attività diurne, socio-occupazionali e del tempo libero (Periodo dal 1.3.2013 al 28.2.2015) - Interrogazione della consigliera Poppi (Modena5stelle-beppegrillo.it) avente per oggetto: "Ecofeste a rifiuti zero e risparmio idrico" - Presentazioni OdG di accompagnamento alla proposta di deliberazione ai sensi dell’art. 4, comma 1, del Regolamento del Consiglio comunale : Iniziativa popolare del Consiglio comunale di Modena per presentazione progetto di Legge Regionale “Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata domiciliare ... omissis” - Dibattito e mozioni.
lunedì 5 novembre 2012
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